lunedì 23 luglio 2007

Articolo oggi su la mia terra...


Basilicata
Benvenuti tra spiagge e storia
di Roberto Caramelli

Quello della Lucania è un turismo balneare diverso: niente affollamento, acque limpide e un'offerta di siti di grande valore culturale, sulla costa e all'interno. I Viaggi
Il porto di Maratea
Il porto di Maratea
Quando nel 1847 il giornalista napoletano Cesare Malpica intraprese un viaggio in Basilicata alla scoperta della regione, fu sconsigliato da amici e colleghi che, ignorando le bellezze di quella terra, la consideravano arretrata e priva di interesse. Della Lucania «si favoleggiarono cose incredibili su uomini e animali selvaggi, su foreste impenetrabili, su bande di briganti», scriveva nel 1851 Karl Wilhelm Schnars nel suo La terra incognita. Diario di un viaggiatore tedesco in Basilicata. Malpica, al ritorno dal viaggio, chiamò invece la Lucania «il più bel paese d’Italia» e ne esaltò la vita culturale, le “magiche” tradizioni popolari e i siti archeologici della Magna Grecia, che già dalla fine del Settecento richiamavano i viaggiatori del Grand Tour. Il regista americano Francis Ford Coppola, il cui nonno paterno nacque a Bernalda in provincia di Matera, in un video girato per l’APT della Basilicata, parla di una regione «poco nota e ancora autentica», con musei e siti archeologici che nulla hanno da invidiare al resto d’Italia, con una natura e centri storici di grande interesse, con un mare che può competere con le più belle e reclamizzate spiagge del Mediterraneo: Maratea, Lido di Metaponto e Policoro hanno varie volte vinto la Bandiera Blu delle Spiagge e la Guida Blu 2007 di Legambiente e del Touring Club include Maratea e Metapondo tra i le 280 migliori località balneari italiane.

Il mare della Basilicata non è legato solo ai 35 km di spiagge di sabbia finissima e dorata sulla costa ionica da Metaponto a Nova Siri, o ai 22 km di spiagge, baiette, grotte naturali del Golfo di Policastro sul Tirreno. Il mare della Basilicata è un luogo dove è passata la storia lasciando testimonianze di quelli che furono alcuni tra i centri più ricchi della Magna Grecia, civiltà, va ricordato, che fu essenzialmente litoranea. Le località della costa ionica, caratterizzate da larghe spiagge belle e tranquille, dalla presenza di un’ampia pineta, da un’edilizia moderna gradevole da una buona offerta alberghiera, agrituristica e di campeggi, sono: Lido di Metaponto, Marina di Pisticci (con le spiagge di Quarantotto, S.Basilio, S.Reodoro), Lido di Scanzano Jonico (spiaggia di Terzo Cavone), Lido di Policoro, Marina di Nova Siri.

A pochi chilometri dal mare, siti che offrono un turismo culturale che si può legare a quello balneare: tra questi Metaponto, dove visse e morì nel 490 a.C. Pitagora. Fondata dagli Achei nel VII sec. a.C. fu una delle città più floride della Megalê Hellas. Oggi il Parco Archeologico del Tempio di Apollo, nei pressi del borgo moderno, ospita gli scavi dell’antica area urbana con le Insulae, l’Agorà, i templi dorici e ionici del VI-V sec. dedicati ad Apollo Licio e altre divinità, un teatro del IV sec. a.C. (si arriva percorrendo la Statale 106 Taranto Reggio-Calabria, uscita Metaponto).

Altra area archeologica lungo la Statale 106 a 5 km dal borgo di Metaponto, è quella che ospita gli spettacolari resti delle 15 colonne doriche del Tempio di Hera, battezzate nel medioevo Tavole Palatine, del VI sec. a.C.. Sempre nel borgo, da visitare il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. Altra area archeologica della costa ionica è quella di Policoro, tra i fiumi Agri e Sinni. La cittadina fu costruita a partire dal 433 a.C. sul sito di quella che era la greca Haraclea, a sua volta edificata sulla Siris fondata nel VII sec. a.C. L’area archeologica a mezzo km da Policoro (sulla Provinciale per Tursi) comprende interessanti resti di un arcaico sito artigianale e il Museo Nazionale della Siritide che conserva le testimonianze dell’antica Enotria, territorio che comprendeva la Basilicata e parte del Meridione. Non lontano da Policoro, una gemma ambientale: la Riserva Naturale Bosco Pantano di Policoro, area protetta di 1100 ettari che comprende una flora e una fauna rara in questa parte d’Italia. Maratea è la perla del litorale lucano affacciato sul Tirreno con le sue frazioni sul Golfo di Policastro collegate dalla Statale 18 che corre lungo la costa: Marina di Maratea, Acquafredda (con le magiche grotte del Sogno, delle Colonne, del Fogiaro e le spiagge Luppa e dell’Anginarra), Porto, Cersuta (con la piccola suggestiva spiaggia di Capo la Nave e di Rena Carruba), Castrocucco, Fiumicello-Santa Vènere (con alcune delle più belle spiagge del litorale).
Qui il turismo balneare è più elitario, con il mare cristallino, il verde a picco sugli scogli, le spiaggette nascoste, le insenature, le viste panoramiche senza i danni provocati in altre regioni dalla speculazione edilizia legata al turismo. Le strutture ricettive, spesso eleganti, sono di ogni tipo. Il centro storico di Maratea, detta la città delle 44 chiese per il numero elevato di cappelle, ha origini antiche, anche qui arrivarono i greci, tanto che il nome potrebbe venire da Maratona. Il borgo medioevale, sovrastato dal Monte S.Biagio su cui è stata eretta una gigantesca statua del Redentore, è ricco di edifici sacri con dipinti e statue, vicoli e piazzette suggestive, botteghe artigianali.

Poco sotto Maratea Porto, la piccolissima isola di Santo Janni con i resti di una struttura per la produzione del garum, salsa a base di pesce amatissima dai Romani, e di una antichissima chiesa dedicata a S.Giovanni. Maratea si raggiunge con la Statale 585 che si può imboccare dalla A3. Non lontano, a circa 40 minuti, il Parco Nazionale del Pollino di circa 200.000 ettari tra Basilicata e Calabria, ricco di acque, vette, con una fauna e flora variegate; diffusissimo è il pino loricato. All’interno del Parco tanti i centri di interesse storico, tra questi Viggianello con la bella chiesa Madre rifatta dopo il terremoto del 1708, S.Giogio Lucano, S.Costantino Albanese, Chiaromonte, Lauria fondata secondo una leggenda da un gruppo di Cretesi nel 400 a.C.; molti dei centri sono di antica origine albanese.

1 commento:

Anonimo ha detto...

terroni

Chi sono

QUANTI PAZZI..........

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